Via libera al caffè in gravidanza: non danneggia il feto
Buone notizie per le future mamme: due tazzine al giorno durante i nove mesi non incidono negativamente sul quoziente di intelligenza dei figli né sono responsabili in alcun modo di eventuali problemi di comportamento
La lista delle privazioni nei nove mesi di gravidanza è lunga. Ma il caffè non rientra più nelle sostanze proibite se consumato in quantità moderate.
A concedere alle future mamme il piacere di due tazzine al giorno sono i ricercatori americani del Nationwide Children’s Hospital di Columbus, in Ohio. Il loro studio pubblicato sull’American Journal of Epidemiology dimostra che la caffeina assunta dalle madri non incide negativamente sul quoziente di intelligenza dei figli né è responsabile di eventuali problemi di comportamento dei nascituri. A questa conclusione gli scienziati sono giunti analizzando la quantità di paraxantina, il metabolita della caffeina che fa da spia della presenza della sostanza, nei campioni di sangue prelevati a più di 2.000 donne incinte durante una ricerca condotta molti anni fa, tra il 1959 e il 1975. All’epoca le intenzioni dello studio promosso dal Collaborative Perinatal Project erano varie: si trattava di un ampio monitoraggio, rimasto un caposaldo nella storia dell’epidemiologia americana, della salute delle mamme e dei figli per comprendere come la prima influenzi la seconda. Ed è sfruttando i dati dei colleghi che li hanno preceduti che gli scienziati del Nationwide Children’s Hospital hanno potuto ora assolvere la caffeina dall’accusa di danneggiare le abilità cognitive dei bambini: il quoziente di intelligenza accertato con appositi test a 4 anni e poi a 7 non sembra in alcun modo influenzato dalla quantità di paraxantina individuata nel sangue materno.
E sì che a quei tempi le donne in gravidanza erano meno attente alle conseguenze delle loro abitudini sul feto e bevevano più caffè rispetto a quanto se ne beve adesso. La prova che scagiona la caffeina, quindi, è ancora più convincente.
Dall’analisi dello stesso gruppo di donne i ricercatori avevano in precedenza escluso anche che la sostanza eccitante aumentasse il rischio di obesità nei bambini. Nonostante avessero trovato che il l’11 per cento dei bambini fosse obeso a 4 anni, la colpa non poteva essere attribuita alle mamme che non avevano rinunciato al caffè in dolce attesa .«Nel complesso riteniamo che i nostri risultati possono rassicurare le donne in gravidanza che consumano una quantità moderata di caffeina, l’equivalente di una o due tazze di caffè al giorno», dice Mark Klebanof, uno degli autori dello studio, in un comunicato stampa. Bisogna tenere conto però che la caffeina non si trova solo nel caffè, ma in diversi altri prodotti: dal cioccolato e ad alcuni farmaci contro il mal di testa.
Fonte: www.healthdesk.it