Tumori del cervello: quali sono e come si riconoscono

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Con 6mila nuovi casi diagnosticati ogni anno in Italia e circa 4mila decessi, i tumori del sistema nervoso centrale (costituito da encefalo e midollo spinale) continuano a essere tra i più pericolosi e soltanto quattro malati su dieci sono ancora vivi un anno dopo la diagnosi. Possono colpire, a seconda del tipo, bambini e adulti.
di Vera Martinella
Tanti tipi di cancro, molto diversi fra loro
Quando si parla di tumori cerebrali bisogna tenere presente che in realtà ci si riferisce a molte malattie diverse: i più frequenti sono i gliomi, seguiti da astrocitomi, glioblastomi, oligodendriomi, ependimoni, medulloblastomi, meningiomi e altri ancora. «Alcuni sono più tipici dell’età infantile, altri interessano gli adulti. Ognuna di queste categorie comprende a sua volta sottotipi differenti, che richiedono cure specifiche in base alla singola neoplasia, alla sua aggressività e allo stadio più o meno avanzato» spiega Alba Brandes, direttore dell’Oncologia Medica dell’AUSL Bologna e fra i maggiori esperti italiani su queste patologie.Per questo generalizzare e parlare di «tumori del cervello» è molto difficile.
Quante persone colpiscono e quali sono le speranze di guarire?
Con 6.100 nuovi casi diagnosticati in Italia nel 2018 e oltre 4mila decessi, i tumori cerebrali continuano a essere tra i più letali. Sono fortunatamente rari (sebbene compaiano tra i 5 tipi di cancro più frequenti prima dei 50 anni), ma hanno spesso una prognosi severa perché sono ancora difficili da curare, frequentemente sono aggressivi e resistenti ai farmaci.A cinque anni dalla diagnosi è vivo il 24 per cento dei pazienti, ma bisogna tener presente che molto dipende dal singolo sottotipo di neoplasia e dallo stadio (se in fase avanzata o meno).
Quali sono le avvisaglie che devono insospettire?
«I sintomi di un tumore cerebrale dipendono soprattutto dalle dimensioni della massa e da dove è localizzato, perché ogni zona dell’encefalo è responsabile di una funzione specifica e quindi sarà quell’attività a essere più o meno compromessa – spiega Francesco DiMeco, direttore del Dipartimento di Neurochirurgia della Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano -. I disturbi sono molto vari e comuni a molte altre malattie a carico del sistema nervoso (cefalea, nausea, disturbi della vista o dell’umore, allucinazioni, crisi epilettiche, paralisi, molto sonno, disturbi del movimento), per questo non bisogna pensare necessariamente al peggio, ma è importante consultare il medico di famiglia che, se lo ritiene opportuno, prescrive una visita con un neurologo e i necessari accertamenti». In generale, se una neoplasia colpisce una parte del cervello (per esempio la sinistra) il sintomo si manifesta nella parte opposta (la destra): questo è dovuto al fatto che ogni emisfero cerebrale governa la parte controlaterale del corpo.
Si possono prevenire?
No, anche perché non se ne conoscono ancora in modo chiaro le cause. I soli fattori di rischio noti sono l’esposizione alle radiazioni gamma e X e alcune sindromi genetiche (le neurofibromastosi di tipo 1 e 2, la sindrome di Li-Fraumeni) che aumentano le probabilità di ammalarsi. Non esistono test per la diagnosi precoce.
Come si arriva alla diagnosi?