Negli ultimi anni si vanno accumulando sempre maggiori evidenze scientifiche su come livelli clinicamente aumentati di omocisteina rappresentino un nuovo fattore indipendente di rischio cardiovascolare che si può affiancare agli altri fattori di rischio tradizionali o che può potenziarne gli effetti deleteri sulla parete arteriosa.
E’ possibile tramite l’apporto dietetico di folati e vitamina B12 ripristinare la giusta concentrazione plasmatica di omocisteina prevenendo episodi patologici.
I geni analizzati sono 4 (6 mutazioni) e tutti relazionati al metabolismo dell’omocisteina nel sangue.