Sepsi, diagnosi in poco meno di tre minuti possibile grazie a un nuovo test
Un nuovo test per una diagnosi rapida e precoce della sepsi, sviluppato dai ricercatori della University of Strathclyde, nel Regno Unito, potrebbe essere utilizzato negli ambulatori medici e nei reparti di pronto soccorso per escludere rapidamente la patologia, salvando potenzialmente migliaia di vite. Il sistema sanitario nazionale inglese stima che 37.000 persone muoiano ogni anno nel Regno Unito a causa della sepsi, una complicanza delle infezioni notoriamente difficile da diagnosticare. Attualmente, infatti per rilevare la presenza di sepsi ci si basa sulla temperatura corporea, sulla frequenza cardiaca, sulla frequenza respiratoria e spesso su un esame del sangue, che può richiedere fino a 72 ore per l’elaborazione dei risultati. Il nuovo test, presentato in uno studio pubblicato su Biosensors and Bioelectronic Journal, invece, si basa sul biomarcatore proteico della sepsi interleuchina-6 (IL-6), e sull’aumento di questa molecola nel sangue in condizione di sepsi.
I ricercatori hanno progettato un sensore composto da più elettrodi d’oro impregnati di anticorpi per IL-6. Questo dispositivo è stato collegato a un circuito elettrico mentre è stato incubato con campioni di sangue di pazienti. Ebbene, il sensore ha mostrato una caduta dell’impedenza elettrica (misurata utilizzando la voltammetria a impulsi differenziali (DPV)) in risposta all’aumento del legame con l’anticorpo per IL-6. Tale risposta DPV, nota come corrente di picco DPV, è risultata aumentare in una modalità dose-risposta quando applicata a un gradiente di concentrazione di IL-6. Questi risultati sono stati evidenti entro 2,5 minuti dall’esposizione dell’elettrodo a campioni contenenti vari livelli di IL-6. Grazie alla sua ridotta dimensione il test potrebbe essere incorporato in qualsiasi dispositivo in uso nelle varie strutture e utilizzato per esempio per gestire la sorveglianza nei pazienti in terapia intensiva. I ricercatori però non pensano di fermarsi a questo risultato. «La nostra ricerca finora dimostra che è possibile misurare un singolo marcatore della sepsi, ma in realtà sull’ago ci sono ben otto sensori, ciascuno con lo stesso diametro di un capello umano. La nostra idea è che in futuro potremo ottenere più marcatori tramite un unico microchip per un test più completo» commenta l’autore senior dello studio, Damion Corrigan.
Biosensors and Bioelectronic Journal 2019. Doi: 10.1016/j.bios.2018.11.053 https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0956566318309540?via=ihub
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