Scompenso cardiaco, una molecola usata per il diabete rivoluziona le terapie
Le novità dal l congresso dell’European Society of Cardiology (Esc) di Parigi
PARIGI – Una miriade di notizie. Scientifiche in senso stretto, ma anche di interesse generale. Novita’ in ambito terapeutico, linee guida tematiche, molecole di ultima generazione e un occhio alla prevenzione. Sono convenuti circa 40mila specialisti per seguire le centinaia di sessioni del congresso dell’European Society of Cardiology (Esc) che quest’anno si tiene in contemporanea con il World congress, il mondiale. Insomma, se c’e’ da fare il punto o da scrutare l’orizzonte di cuore e dintorni, questo e’ un appuntamento da non mancare. Intanto, ecco una minima sintesi delle prime due giornate.
Una molecola utilizzata per il diabete rivoluziona il protocollo terapeutico per lo scompenso cardiaco
Meno morti e scompenso sotto controllo. Una bomba, cosi’ l’hanno definita gli specialisti. Una bomba che si identifica in una parola, “dapaglifozin”. Il professor John McMurray dell’Università di Glasgow (Gran Bretagna) e’ stato il principale autore dello studio DAPA-HF. Dice: “La scoperta più importante di tutte è il beneficio nei pazienti non diabetici. Questo è veramente un trattamento per l’insufficienza cardiaca e non solo un farmaco per il diabete di tipo II”.
E’ la molecola più conosciuta al mondo ed e’ forse anche la piu’ prescritta. Da anni pure nella prevenzione di infarto e ictus. I dati dello studio ASPREE presentati ieri dal professor Christopher Reid della Curtin University di Perth (Australia) suggeriscono maggior cautela nella popolazione anziana che non soffre di patologie cardiache: “Un numero sempre crescente di persone che supera i 70 anni senza malattie cardiovascolari assume aspirina, ma vanno identificati meglio i soggetti che potrebbero beneficiare della compressina quotidiana a basso dosaggio”. Di fatto, gia’ le line guida europee avevano messo paletti nell’impiego dell’acido acetilsalicilico in prevenzione, adesso l’Aspree dimostra che negli over 70 a basso rischio al vantaggio di una modesta riduzione del rischio di accidenti cardiovascolari fa da contraltare (negativo) un incremento del rischio emorragico.
Colesterolo infantile, pressione, peso e fumo predicono le malattie cardiache negli adulti
C’e’ un legame tra i principali fattori di rischio cardiovascolare negli adolescenti (colesterolo, pressione, indice di massa corporea (Bmi) – con le malattie cardiovascolari degli adulti. Cosi’ come tra il fumo in eta’ adolescenziale e il rischio future di sviluppare patologie cardiovascolari. Lo studio, coordinato da Terence Dwyer dell’Università di Oxford, sottolinea quanto sia necessaria la prevenzione e l’indicazione di uno stile di vita corretto gia’ da bambini. Commenta Dwyer: “E’ stato dimostrata una relazione molto forte tra i fattori di rischio cardiovascolare standard nei bambini e la probabilità di un infarto o di un ictus in età avanzata. I programmi per prevenire infarti e ictus dovrebbero porre maggiormente l’accento sulla promozione di stili di vita sani nei bambini”.
Fonte: https://bit.ly/2lKtRAX