Rivascolarizzazioni coronariche, by-pass e angioplastica a confronto
Sia per il by-pass aorto coronarico (CABG) sia per l’angioplastica coronarica (PCI) il numero di procedure è sceso tra il 2003 e il 2016, ma in tutte le indicazioni cliniche la mortalità corretta per il rischio è diminuita solo dopo CABG e non dopo PCI. Ecco le conclusioni di uno studio osservazionale pubblicato su JAMA Network Open, basato su 12.062.081 ricoveri in ospedale per rivascolarizzazione tra il 2003 e il 2016.
«La cosa sorprendente è che la mortalità per STEMI dopo a PCI è rimasta di circa il 5% in 14 anni nonostante fosse prevista una certa riduzione perché i tempi da porta a palloncino sono migliorati, la selezione dei pazienti e migliorata come anche i farmaci e la qualità degli stent» afferma il coordinatore dello studio Mohamad Alkhouli della Mayo Clinic, di Rochester Minnesota, aggiungendo che durante il periodo di studio la percentuale di pazienti sottoposti a rivascolarizzazione per infarto miocardico acuto è aumentata in modo notevole per entrambe le procedure, ossia dal 22,8% al 53,1% per la PCI e dal 19,6% al 28,2% per CABG. Ma mentre la mortalità ospedaliera dopo CABG è diminuita, quella dopo PCI è invece aumentata. «L’aumento è evidente nella coorte complessivamente sottoposta a PCI, nei pazienti con STEMI (dal 4,9% al 5,3%) e in quelli con angina instabile o cardiopatia ischemica stabile (dallo 0,8% all’1,0%).
Viceversa, nessun aumento significativo è stato osservato tra i soggetti sottoposti a PCI per NSTEMI» scrivono gli autori. «Al contrario, nei pazienti trattati con CABG, la riduzione della mortalità ospedaliera è stata osservata anche nei casi di infarto miocardico acuto e angina instabile o cardiopatia ischemica stabile» conclude Alkhouli. E Debabrata Mukherjee del Dipartimento di medicina cardiovascolare alla Texas Tech University di El Paso, Texas, scrive in un editoriale di commento: «I dati proposti sono osservazionali, ma forniscono comunque importanti informazioni nella valutazione del rischio pre-rivascolarizzazione da parte di un team multidisciplinare per quanto riguarda la necessità e la scelta della modalità di rivascolarizzazione e l’ottimizzazione delle terapie mediche post-rivascolarizzazione».
JAMA Network Open. 2020. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2019.21326
https://dx.doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2019.21326
JAMA Network Open. 2020. Doi: 10.1001/jamanetworkopen.2019.21322
https://dx.doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2019.21322
Fonte Doctor33