Rischio cardiovascolare, un cane in casa si associa a una vita più lunga
Da uno studio pubblicato su Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes coordinato da Caroline Kramer, endocrinologa al Leadership Sinai Center for Diabetes presso il Mount Sinai Hospital di New York, emerge che la scelta di prendere un cane potrebbe allungare la vita riducendo il rischio di morte cardiovascolare e per tutte le cause. «La revisione dei dati pubblicati suggerisce che la presenza di un cane in famiglia si correla a una riduzione del 24% della mortalità per tutte le cause, del 65% per infarto e del 31% per malattie cardiovascolari» scrivono gli autori, sottolineando che questi risultati evidenziano l’impatto negativo dell’isolamento sociale e della mancanza di attività fisica. Per giungere a queste conclusioni Kramer e colleghi hanno passato in rivista gli articoli pubblicati su Embase e PubMed tra il 1950 e maggio 2019, selezionando gli studi osservazionali o prospettici svolti su soggetti di 18 anni o più e che avessero valutato la presenza di un cane nella routine quotidiana e la mortalità per tutte le cause o cardiovascolare.
Dalla revisione della letteratura sono stati identificati 1.155 studi, di cui 10 soddisfacevano i criteri di inclusione, per un totale di 3.833.041 partecipanti. E dopo le opportune valutazioni statistiche gli autori hanno scoperto che convivere con un cane si associava a una evidente riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause rispetto al non averlo. «Abbiamo osservato una significativa riduzione del rischio di morte associato alla presenza del cane in una coorte di 6 studi, pur osservando una significativa eterogeneità nelle stime individuali dell’entità dell’associazione. Nel caso della mortalità cardiovascolare, invece, condividere le giornate con un cane comportava una riduzione del 31% in assenza di una significativa eterogeneità» spiegano i ricercatori. E in un editoriale di commento Dhruv Kazi, del Beth Israel Deaconess Medical Center, osserva: «Data l’entità del potenziale beneficio a fronte di danni assenti o minimi, questi risultati dovrebbero incoraggiare i medici a discutere con i loro pazienti l’adozione di animali domestici, specie chi è affetto da preesistenti malattie cardiovascolari oppure chi vive da solo. Dobbiamo tuttavia ricordare che adottare un cane è cosa molto diversa e complessa rispetto all’intraprendere una semplice terapia medica».
Circ Cardiovasc Qual Outcomes. 2019. doi: 10.1161/CIRCOUTCOMES.119.005554
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31592726
Circ Cardiovasc Qual Outcomes. 2019. doi: 10.1161/CIRCOUTCOMES.119.005887 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31592727
Fonte Doctor33