Osservazioni sull’uso degli antibiotici
La notizia che 13 turisti, svedesi e norvegesi, colpiti tra gennaio e aprile sono stati colpiti da un infezione resistente alle terapie antibiotiche ci porta a ritornare sull’argomento del corretto uso degli antibiotici
Il batterio che si sta diffondendo è il Klebsiella Pneumoniae ST392 produttore di carbapenemasi (OXA48). Si tratta di un batterio che può colonizzare l’apparato gastrointestinale, la cute e il tratto respiratorio superiore e determinare polmoniti, infezioni urinarie e delle vie biliari, fino a meningiti. Colpisce soprattutto i pazienti immunodepressi ed è per questo che spesso viene contratto nelle strutture sanitarie.
Secondo quanto reso noto dagli esperti se i soggetti portatori del batterio vengono ricoverati nelle strutture ospedaliere dei loro paesi di origine, il rischio di ulteriori trasmissioni è molto alto soprattutto se non vengono messe tempestivamente in atto le misure di prevenzioni e controllo delle infezioni.
Il problema della resistenza agli antibiotici in realtà è stato più volte affrontato e segnalato negli ultimi anni. Il Klebsiella pneumoniae è infatti uno dei 12 batteri killer segnalati dall’Organizzazione mondiale della Sanità per l’alta resistenza agli antibiotici.
La domanda da porsi è: Come nascono le resistenze?
Fin dall’avvento della penicillina, i batteri hanno dimostrato una grande capacità di sopravvivenza: i germi patogeni hanno imparato da subito a mettere in atto e a condividere tra di loro meccanismi di difesa sempre più sofisticati per resistere agli antibiotici. L’ acquisizione della resistenza agli antibiotici è quindi un processo naturale di selezione causato dalle mutazioni genetiche a cui vanno incontro i batteri. Ma è anche il risultato dei nostri comportamenti: l’uso eccessivo e improprio degli antibiotici permette alle popolazioni resistenti di proliferare e prendere il sopravvento. Portando così infezioni comuni, curate efficacemente da decenni, a essere nuovamente letali per i soggetti che hanno appunto sviluppato la resistenza. Questi batteri antibiotico-resistenti possono velocemente diffondersi, minacciando la comunità con un nuovo ceppo di malattie infettive più difficili da curare.
Negli ultimi settant’anni il continuo sviluppo di antibiotici ha permesso di curare moltissime malattie che in passato erano letali, come ad esempio colera, tifo e tubercolosi. Ci stiamo tuttavia avvicinando alla fine della medicina moderna e all’inizio di un’era post-antibiotica, durante la quale infezioni comuni o ferite minori che sono state curate per decenni potrebbero nuovamente uccidere. Come Fleming anticipò nel discorso tenuto alla consegna del Premio Nobel, l’antibiotico-resistenza è un fenomeno evolutivo inevitabile, ma ciò che più lo preoccupava era la possibilità che l’uso scorretto di antibiotici potesse velocizzarne lo sviluppo e la diffusione:
“Arriverà il momento in cui la penicillina potrà essere comprata nei negozi. Ci sarà però il rischio che uomini ignoranti, assumendo dosi di antibiotico sub letali per i microbi che stanno cercando di debellare, rendano i microbi stessi resistenti alla cura”
Le dimensioni del problema non sono quindi certo da trascurare:
l’Italia si pone tra i Paesi Europei con maggior consumo di antibiotici, addirittura doppio rispetto a Germania e Regno Unito, con un aumento del consumo del 18% tra gli anni 2000 e 2007. Come diretta conseguenza dell’abuso e della scorretta assunzione di antibiotici, l’Italia risulta inoltre tra i Paesi Europei con il più alto tasso di antibiotico-resistenza. Sembra chiaramente uno scenario catastrofico, ma siamo ancora in tempo a cambiare, o meglio rallentare, le cose.
COME PREVENIRE L’ANTIBIOTICORESISTENZA?
- Ricordando che gli antibiotici sono inefficaci contro le infezioni virali, come il comune raffreddore, la maggior parte dei mal di gola e l’influenza. Non assumere antibiotici senza aver consultato un medico di fiducia
- Evitare di conservare gli antibiotici per il prossimo malessere. Buttare ogni antibiotico avanzato una volta completato il ciclo di trattamento prescritto. Nella maggior parte dei casi, gli antibiotici sono farmaci ad alta specificità, l’assunzione di un antibiotico non specifico per il batterio da combattere NON vi aiuterà a guarire e a combattere l’infezione
- Assumere gli antibiotici solo ed esattamente come prescritto dal medico. Completate il ciclo di trattamento prescritto dal vostro medico, anche se vi sentite meglio. Se terminate il trattamento troppo presto, alcuni batteri potrebbero sopravvivere ed infettarvi nuovamente
- Non assumere antibiotici prescritti ad altri. L’assunzione del farmaco sbagliato potrebbe ritardare la cura e permettere ai batteri resistenti di moltiplicarsi. Gli antibiotici sono specifici e non è detto che un certo antibiotico sia appropriato per il trattamento di malattie diverse da quelle per cui è stato prescritto.
- Approfondire con il proprio medico l’entità di eventuali infezioni batteriche. Se il medico stabilisce l’assenza di un’infezione batterica, non ha senso assumere antibiotici di alcun tipo
- Prestare grande attenzione nell’acquisto di carni e altri prodotti alimentari certificati provenienti da allevamenti controllati per quanto riguarda l’utilizzo di antibiotici
- Lavare con attenzione frutta e verdura, soprattutto se sono consumate crude, in modo da eliminare eventuali batteri contaminanti
Vito Monti