Malattie cardiovascolari, studio valuta gli effetti di Asa a basso dosaggio. Ecco i risultati
Secondo i risultati iniziali dello studio ASPirin in Reducing Events in the Elderly (ASPREE), pubblicati in tre paper sul New England Journal of Medicine, la somministrazione di Asa a basso dosaggio in anziani in buona salute senza precedenti eventi cardiovascolari non prolunga la buona salute generale, o la vita libera da demenza o da disabilità fisica persistente. I ricercatori, guidati da John McNeil, della Monash University, Melbourne, Australia e da Anne Murray, del Berman Center for Outcomes and Clinical Research di Hennepin Healthcare a Minneapolis, hanno randomizzato 19.114 persone anziane (16.703 in Australia e 2.411 negli Stati Uniti) senza demenza o disabilità fisica, non affetti da patologie mediche che richiedessero uso di asa, a ricevere il farmaco in questione o un placebo per una media di 4,7 anni.
Tra le persone che ricevevano l’asa, Il 90,3% era in vita alla fine del trattamento senza invalidità fisica persistente o demenza, rispetto al 90,5% di quelli che assumevano un placebo. I tassi di disabilità fisica erano simili e i tassi di demenza erano quasi identici in entrambi i gruppi. Sorprendentemente, il gruppo che assumeva asa aveva un aumentato rischio di morte rispetto al gruppo placebo, infatti il 5,9% dei partecipanti che assumevano asa e il 5,2% di quelli che assumevano placebo sono deceduti durante lo studio, con un tasso maggiore di morti per cancro nel gruppo trattato con il farmaco. Questo effetto dell’asa non è stato notato in studi precedenti e occorre cautela nell’interpretazione dei risultati, in quanto secondo gli autori la differenza potrebbe essere dovuta al caso. I tassi per i principali eventi cardiovascolari, tra cui malattia cardiaca coronarica, attacchi cardiaci non fatali e ictus ischemico fatale e non fatale, sono risultati simili con aspirina e placebo. Nel gruppo trattato con aspirina, 448 persone hanno sperimentato eventi cardiovascolari, rispetto a 474 persone nel gruppo placebo. Gli autori sottolineano che l’asa era associata a un rischio significativamente aumentato di sanguinamento (361 persone rispetto a 265), in particolare di tipo gastrointestinale e cerebrale. Il follow-up dello studio è ancora in corso e i ricercatori concludono affermando che fino a che non ci saranno ulteriori dati è bene che i pazienti seguano i consigli del proprio medico sull’assunzione o meno del farmaco se non presentano sintomi cardiovascolari.N Engl J Med. 2018. doi: 10.1056/NEJMoa1805819 CV and bleeding
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30221597
N Engl J Med. 2018. doi: 10.1056/NEJMoa1800722 disability free surv
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30221596
N Engl J Med. 2018. doi: 10.1056/NEJMoa1803955 all cause mort
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30221595
Fonte Doctor33: https://bit.ly/2zsUPBS