Malattie cardiache, sonno ristoratore potrebbe ridurre la suscettibilità genetica
Uno studio coordinato da Lu Qi, direttore del Centro di ricerca sull’obesità dell’Università Tulane di New Orleans e pubblicato sull’European Heart Journal, conclude che un sonno sano e regolare potrebbe ridurre il rischio genetico elevato di malattie cardiache o ictus, quando presente.
«Abbiamo analizzato le variazioni geniche note come SNP, acronimo per polimorfismi a singolo nucleotide, collegate allo sviluppo di malattie cardiache e ictus prelevando campioni di sangue da oltre 385.000 partecipanti sani al progetto UK Biobank» scrivono gli autori, che hanno poi calcolato il rischio cardiovascolare suddividendolo in alto, intermedio o basso. I partecipanti sono poi stati seguiti per una media di 8,5 anni, durante i quali ci sono stati 7.280 casi di malattie cardiache o ictus. «Rispetto a chi dormiva male, i partecipanti con una buona igiene del sonno avevano un rischio di malattie cardiache e ictus ridotto del 34%» afferma Qi, aggiungendo che una buona igiene del sonno significa dormire 7/8 ore a notte senza insonnia, russamento o sonnolenza diurna. Ed esaminando l’effetto combinato del sonno e della suscettibilità genetica sulle malattie cardiovascolari, i ricercatori hanno scoperto che i partecipanti con rischio genetico elevato e un sonno scarso avevano un rischio di malattie cardiache maggiore e ictus maggiore rispettivamente di 2,5 e di 1,5 volte rispetto a chi aveva un sonno sano e un basso rischio genetico.
«Tuttavia, abbiamo anche osservato che una buona igiene del sonno compensa leggermente un alto rischio genetico: chi ha un rischio genetico elevato a fronte di una buona igiene del sonno ha un rischio di cardiopatie e ictus maggiore rispettivamente di 2,1 e di 1,3 volte rispetto a coloro che dormono bene e sono a basso rischio genetico» spiegano i ricercatori. «Va ricordato che questi dati, raccolti nell’ambito di uno studio osservazionale, indicano solo un’associazione, e non una relazione causale. Tuttavia, i nostri risultati possono non solo motivare future ricerche, ma anche suggerire l’importanza del sonno quando si considera il rischio individuale di malattie cardiache o ictus» conclude Qi.
European Heart Journal 2019. Doi: 10.1093/eurheartj/ehz849
https://doi.org/10.1093/eurheartj/ehz849
Fonte Doctor33