La cardiologia allo Studio Pantheon – Cura Genetica del Cuore
Dell’infarto non c’è traccia, le cellule del miocardio si rigenerano riparando la cicatrice provocata dall’attacco cardiaco. Il risultato è un organo rinnovato, senza i segni del danno subito.
Pensavamo che la salamandra fosse l’unica a riuscirci. Ma un gruppo di ricercatori italiani ha appena dimostrato che anche il cuore umano può “rinascere” e cancellare le ferite del passato. Il clamoroso risultato si ottiene grazie a una terapia genica sperimentata sui maiali messa a punto dai ricercatori del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologia (Icgeb) di Trieste e della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, in collaborazione con la Fondazione Monasterio di Pisa e la School of Cardiovascular Medicine & Sciences del King’s College London. Lo studio è stato pubblicato su Nature.
Chi sopravvive a un infarto del miocardio porta con sé per tutta la vita i segni dell’evento, ovvero una cicatrice permanente che a lungo andare può causare insufficienza cardiaca, condizione che colpisce più di 23 milioni di persone nel mondo secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Gli scienziati sono riusciti a cancellare o ridurre di molto le “ferite” del cuore provocate dall’infarto inserendo nel muscolo cardiaco un frammento genetico chiamato microRNA-199 caricato a bordo di un virus inoffensivo. I primi esperimenti sui topi avevano dato risultati talmente incoraggianti da spingere gli scienziati a testare la nuova terapia su mammiferi più grandi. E non sono rimasti delusi. Anzi.
Il materiale genetico introdotto nel cuore di 25 maiali che avevano subito un infarto ha stimolato la rigenerazione delle cellule del tessuto cardiaco portando a un recupero quasi completo della funzionalità del cuore dopo un mese dall’intervento. Il cuore degli animali ha mostrato miglioramenti significativi su vari fronti: maggiore capacità contrattile, aumento della massa muscolare e riduzione delle dimensione della cicatrice.
«È un momento davvero eccitante per questo campo di ricerca. Dopo i tanti tentativi falliti cercando di riparare il cuore con le cellule staminali, per la prima volta possiamo osservare una reale rigenerazione del cuore in un animale di grandi dimensioni», ha dichiarato Mauro Giacca, direttore generale dell’Icgeb a capo dello studio.
Insomma, la terapia genica potrebbe funzionare là dove le staminali hanno fallito. Ma, nonostante gli organi dei maiali siano molto simili a quelli umani, la nuova strategia riparatrice dovrà essere messa alla prova in un trial clinico e passerà del tempo prima che si possa avviare la sperimentazione sugli esseri umani. Bisogna risolvere prima alcuni problemi. A partire dai gravi effetti collaterali osservati sugli animali: alcuni esemplari sono morti a causa dell’aritmia provocata dall’inserimento del materiale genetico, il che lascia pensare che il dosaggio del microRNA debba ancora essere perfezionato.
Tuttavia, lo studio italiano segna un primato importante: è stato dimostrato per la prima volta che la rigenerazione cardiaca è possibile grazie a una terapia genica che stimola la proliferazione delle cellule del cuore di un animale che possiede un’anatomia e una fisiologia simile a quella degli umani.
Dott.ssa Florinda Perez, disponibile per consulenze presso la struttura stessa