Influenza, solo 20 giorni per vaccinare. Fiducia a tempo per i medici di famiglia
«Il vaccino antinfluenzale, l’antipneumococcico, tutta la vaccinazione dell’adulto sono roba da medico di famiglia. Chi di noi non la fa è fuori, come dice il reality show, ma questa attività va retribuita per il suo valore e per i veri costi che comporta, e non ci siamo ancora».
Ovidio Brignoli, medico di famiglia bresciano, parla anche come numero due della società italiana di medicina generale. Sul tema del vaccino antinfluenzale la sua regione, la Lombardia, sta rifacendo due vecchi errori. Primo, Asl che vai, antinfluenzale che trovi, a Milano si fa il vaccino negli ambulatori Asl, altrove le Ats hanno interessato i medici di famiglia, «che garantiscono non quattro ore ma cinque interi giorni di apertura a settimana». Per inciso, i dati dell’Unione Europea come il rapporto sulla fiducia nei vaccini nei 27 stati membri dicono che i migliori risultati si raggiungono nei paesi dove a vaccinare è il medico di famiglia. Secondo errore, dare ai medici una fiducia a tempo. A Brescia l’Ats ha dato tre settimane per somministrare, passata metà novembre ritirerà le rimanenze. I sindacati hanno chiesto un allungamento dei tempi, ricordando che gli anni scorsi c’era tempo fino a metà dicembre. Peraltro, lo scorso anno con l’apporto dei mmg si è giunti al 56% di copertura della popolazione a rischio contro una media-Italia del 52% (fonte: State of vaccine confidence in the EU 2018). «Bisognerebbe facilitare e in qualche modo indirizzare il medico di famiglia a intervenire pesantemente sulla somministrazione dei vaccini antinfluenzale, antipneumococcico e di tutto il calendario vaccinale dell’adulto», afferma Brignoli. «Certo, questo diventa un tassello importante del nostro lavoro. Io stamattina ho somministrato 22 vaccini, che l’Ats paga 8 euro l’uno. Anni fa non li pagava e dirottava gli assistiti agli uffici d’igiene il che costituiva già un primo elemento di confusione che, quando è esplosa la diffidenza dei no-vax, si è trasformato in una perdita di copertura del 30%».
Ora che i mmg sono stati reinvestiti del compito, le cose vanno meglio ma la burocrazia pesa. Brignoli chiede «un tavolo di contrattazione per una remunerazione obiettiva, al quale le parti, regione e sindacati arrivino competenti e coscienti che questa fetta del nostro lavoro costituisce un costo, non solo di farmaci da tenere in studio -adrenalina e cortisonici contro eventuali effetti avversi – o di frigorifero, o di cotone, ma soprattutto di tempo. Lavoriamo agganciati al sito vaccinazioni del sistema informativo Siss che in questi giorni è una “linea calda”, tutti siamo collegati da ogni angolo della regione; ogni giorno dobbiamo entrare nel programma, scrivere none cognome data di nascita sesso e codice fiscale di ogni paziente vaccinato, cliccare la barretta carica-paziente, aspettare che il sistema trovi il paziente in questione, me lo lasci selezionare e mi consenta di aprire una tendina dove devo inserire tipo di vaccinazione, prodotto somministrato, numero di dose somministrata e numero del lotto con la scadenza. Io sono per queste cose, ma queste cose sono lavoro e come tale vanno remunerate non a forfait, bensì ragionando… anche sul fatto che per i pazienti mai immunizzati devo attendere una decina di minuti che non si verifichino reazioni avverse. I sindacati dovrebbero negoziare in modo che l’Asl non pensi più a un doppio canale, che scoraggia i pazienti dal rivolgersi al servizio. Come afferma la pur incompleta convenzione firmata quest’anno, in tutta Italia il vaccino dell’adulto dovrebbe approdare dal medico di medicina generale».
Mauro Miserendino
Fonte Doctor33: https://bit.ly/2PzMzZC