Infarto ed ictus: sintomi, cause e prevenzione
Infarto ed ictus insieme uccidono 13 milioni di persone, mentre con le altre patologie cardiovascolari costituiscono la prima causa di morte nel mondo e sono responsabili di un terzo della mortalità globale.
Fra le tante patologie, l’infarto e l’ictus sono considerati eventi cardiovascolari maggiori e colpiscono in egual misura donne e uomini. Il rischio d’infarto per la donna è inferiore prima della menopausa poi, oltrepassata questa fase, il rischio diventa uguale a quello dell’uomo.
Infarto ed ictus sono dovuti per la maggior parte dei casi al mancato apporto di sangue al cuore o al cervello; ciò è determinato in buona percentuale dall’arteriosclerosi, patologia in cui i vasi diventano via via più stretti e meno flessibili a causa del deposito di grassi sulle loro pareti interne. In questa situazione è chiaro che un coagulo di sangue ha maggiore probabilità di ostruire un vaso.
I vasi più colpiti sono le coronarie e quelli che apportano sangue al cervello: i tessuti del cuore e del cervello, a seguito dell’ostruzione, andranno incontro ad ischemia, ipossia (mancanza di ossigeno), e necrosi.
Un’altra causa di ictus può essere la rottura ed il sanguinamento di un vaso del cervello che danneggia i tessuti, si parla così di emorragia cerebrale ed il principale fattore di rischio è l’ipertensione.
Fattori di rischio
Possono essere classificati in non modificabili, modificabili ed intermedi.
Nei primi rientrano l’invecchiamento, la familiarità, lo stress e l’ambiente in cui si vive. Quelli modificabili invece sono quelli su cui può agire efficacemente una corretta prevenzione e sono, come già accennato, il fumo, la dieta scorretta e l’assenza di moto.
I sanitari infatti possono agire consigliando ai propri pazienti stili di vita più consoni ed incoraggiando gli screening nei soggetti con familiarità per le malattie cardiovascolari, gli ultracinquantenni, le donne in gravidanza, gli ipertesi ed i diabetici.
Se questi fattori di rischio modificabili, cioè le cattive abitudini, sono protratti nel tempo danno origine ai fattori di rischio intermedi: ipertensione, diabete, obesità, aumento dei trigliceridi ed ipercolesterolemia.
Ad esempio l’ipertensione è il principale fattore di rischio per l’infarto ed uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare: chiamato anche killer silenzioso, poichè non dà sintomi chiari, richiede una misurazione della pressione sanguigna almeno una volta l’anno.
Il diabete raddoppia il rischio cardiovascolare: esso infatti favorisce l’insorgere dell’arteriosclerosi e causa danni a vari organi e tessuti. Si parla di diabete quando a digiuno il livello di zuccheri nel sangue supera i 126 mg/dl e coloro che hanno valori compresi tra 110 e 126 mg/dl sono considerati ad alto rischio di svilupparlo nel tempo.