Il rischio di eventi cardiovascolari in anziani con cancro si alza nel periodo prediagnosi
Secondo un nuovo studio pubblicato su Blood, gli adulti più avanti negli anni sono a rischio aumentato di soffrire di infarto o ictus nei mesi precedenti una diagnosi di cancro. I ricercatori della Weill Cornell Medicine, del New York-Presbyterian e del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, guidati da Babak Navi, hanno infatti rilevato che questi individui hanno il 70% di probabilità in più di soffrire di tali eventi cardiovascolari nell’anno precedente alla diagnosi rispetto alle loro controparti che non ricevono una diagnosi di cancro.
I ricercatori hanno identificato 374.331 pazienti di età pari o superiore a 67 anni con una nuova diagnosi di cancro a seno, polmone, prostata, colon-retto, vescica, utero, pancreas o stomaco o linfomi non-Hodgkin, nel periodo 2005-2013. Questi pazienti sono stati poi appaiati in base a dati demografici e comorbilità a controlli senza cancro, in modo da confrontare il rischio di eventi tromboembolici arteriosi tra pazienti con cancro e persone non affette da tumore a intervalli di 30 giorni nell’anno precedente alla data in cui è stato diagnosticata la neoplasia. Ebbene, nei 360 giorni prima della diagnosi di cancro, 6.567 persone hanno presentato un evento tromboembolico arterioso, rispetto a 3.916 persone senza cancro. Ma non solo: nei 150 giorni precedenti la diagnosi di cancro, il rischio di infarto o ictus a intervalli di 30 giorni è risultato ancora più alto nei pazienti oncologici e si è elevato ulteriormente quando la data della diagnosi del cancro si è avvicinata, arrivando a un picco nei 30 giorni precedenti, con 2.313 pazienti con cancro che hanno presentato un evento tromboembolico arterioso rispetto a 413 persone senza cancro.
I ricercatori hanno sottolineato che il cancro può essere associato a coaguli di sangue in diversi modi, per esempio tramite il danneggiamento del rivestimento dei vasi sanguigni o le cellule tumorali circolanti che attirano i coaguli. «Serviranno studi prospettici per determinare quali sono i biomarcatori che possono aumentare il rendimento diagnostico dello screening per il cancro, e quali valga la pena utilizzare, prima di pensare a qualsiasi cambiamento nella pratica clinica» concludono gli autori.
Blood. 2018. doi: 10.1182/blood-2018-06-860874
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30578253
Fonte Doctor 33: https://bit.ly/2Vl1FBs