Farmaci per l’osteoporosi, le donne anziane e fragili ne beneficiano maggiormente
Le donne più anziane e più deboli con osteoporosi sono quelle che potrebbero beneficiare maggiormente della terapia farmacologica. Questa è la conclusione di uno studio pubblicato su JAMA Internal Medicine. Rispetto alle donne di 80 anni o più con alto rischio di fratture ma senza osteoporosi, quelle con osteoporosi hanno il triplo rischio di frattura dell’anca nei successivi 5 anni. Nonostante la frattura all’anca sia un problema comune nelle donne anziane, la presenza di comorbilità rende difficile la gestione farmacologica dell’osteoporosi, tanto che alcuni medici ritengono che i rischi superino i benefici. «I medici dovrebbero prendere in considerazione l’inizio del trattamento farmacologico per prevenire la frattura nelle donne anziane con osteoporosi (T-score di densità minerale ossea ≤-2,5) e con comorbilità multiple, poiché questo gruppo di donne può trarre il massimo beneficio assoluto del trattamento per prevenire le fratture dell’anca» afferma la prima autrice Kristine Ensrud, della University of Minnesota, negli Stati Uniti. Attualmente, ci sono poche prove a supporto dell’uso di farmaci per l’osteoporosi in donne molto anziane, perché gli studi randomizzati spesso escludono questo gruppo.
In questo studio sono state coinvolte 1.528 donne con età media di 84 anni e mai state in cura per l’osteoporosi. In 5 anni l’8% ha avuto una frattura dell’anca e il 18,8% è deceduto. Nel gruppo di donne con osteoporosi (n=761) la probabilità di frattura dell’anca è stata del 13%, mentre nel gruppo senza osteoporosi ma con alto rischio di frattura (n=767) è stata di 4%. La differenza tra i gruppi è aumentata in caso comorbilità e prognosi peggiore: il rischio è stato di 18,1% nelle donne con osteoporosi e di 2,5% in quelle senza la patologia quando presenti almeno 3 comorbilità. La probabilità di mortalità invece (24,9% nel gruppo con osteoporosi e 19,4% in quello senza) è sempre aumentata in caso di più comorbilità e prognosi peggiore. «I risultati dello studio sono di grande importanza clinica» scrive in un editoriale correlato Sarah Berry, dell’Harvard Medical School, negli Stati Uniti. «Le donne con più di 80 anni dovrebbero essere informate sul loro rischio di frattura all’anca e essere prese in considerazione per lo screening dell’osteoporosi anche se hanno breve aspettativa di vita e diversi problemi medici» commenta Ensrud.
JAMA Intern Med. 2019 Jun 17. doi: 10.1001/jamainternmed.2019.0682.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31206140
JAMA Intern Med. 2019 Jun 17. doi: 10.1001/jamainternmed.2019.0688.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31206129