Donne cardiopatiche, ancora scarso accesso alla riabilitazione cardiologica
Secondo uno studio pubblicato durante la Giornata internazionale della donna sullo European Journal of Preventive Cardiology, un periodico dell’European Society of Cardiology (ESC), al giorno d’oggi le donne con malattie cardiache hanno bisogno di opzioni flessibili per costruirsi programmi di vita adatti ai loro impegni. «Le donne tendono a privilegiare gli altri prima di se stesse, e la realtà della vita moderna richiede loro di rispondere a molteplici esigenze familiari, comunitarie, sociali e lavorative.
Di conseguenza, molte di loro, sebbene cardiopatiche, ritengono di non avere tempo per la riabilitazione cardiaca» afferma la coautrice Jennifer Reed, dell’University of Ottawa Heart Institute, in Canada. Tant’è che circa il 10-20% in meno di donne rispetto agli uomini partecipa alla riabilitazione cardiaca e le donne hanno maggiori probabilità di abbandonare i programmi (il 35% delle donne smette contro il 29% degli uomini). Al contrario, le donne sono grandi utenti delle lezioni di ginnastica locali, e molte di loro frequentano almeno il 70% delle lezioni. Ma cosa impedisce alle donne con malattie cardiache di frequentare la riabilitazione cardiologica? Per scoprirlo gli autori hanno esaminato un decennio di letteratura per identificare anche quali programmi di esercizio locale, non rivolti specificamente alle persone con malattie cardiache, potrebbero essere utili per superare gli ostacoli.
«Le donne di oggi con malattie cardiache hanno ancora maggiori probabilità di prendersi cura non tanto di loro stesse, quanto di altre persone, spesso familiari ammalati o disabili, rispetto agli uomini» riprende la ricercatrice, aggiungendo che altri ostacoli sono la mancanza di tempo nonché gli impegni familiari e lavorativi. Conclude Reed: « Le donne sono sempre state poco rappresentate nella ricerca cardiovascolare, e il presupposto che i risultati degli studi svolti prevalentemente su popolazione maschile, siano generalizzabili al genere femminile rappresenta un ostacolo al progresso della riabilitazione cardiaca».
Eur J Prev Cardiol. 2020. doi: 10.1177/2047487320907748
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/32146841
Fonte Docotor33