Dolore cronico, ne soffre 1 italiano su 4. I dati dell’indagine della fondaz. Onda

Circa 1 italiano su 4 (il 25% della popolazione totale) soffre di dolore cronico, spesso causato da artrosi, fibromialgie e nevralgie, e ormai riconosciuto come una vera e propria patologia con conseguenze invalidanti. Più del 50% degli anziani è affetto da dolore cronico, tra le situazioni più frequentemente affrontate dai geriatri. Questi alcuni dei dati provenienti dall’indagine “Dolore cronico moderato nel paziente anziano” della Fondazione Onda e Elma research, e dalla survey “Il dolore cronico moderato” della Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (Siaarti), finalizzati allo studio del trattamento di “uno dei maggiori problemi mondiali di salute pubblica”, come è definito dall’Oms.
L’indagine Onda si è concentrata sul fronte degli anziani, testimoniando come il dolore sia tra i disturbi più frequentemente affrontati dai geriatri. «L’indagine verte sulla gestione del dolore cronico moderato nel paziente anziano da parte dei geriatri – ha commentato Nicoletta Orthmann, Coordinatore medico-scientifico presso Fondazione Onda -. Sul fronte della scelta terapeutica, è stato evidenziato come i geriatri riconoscano negli oppioidi quella più appropriata. Tuttavia, nella pratica clinica, esiste ancora un gap importante nel loro utilizzo. Va ricordato che l’anziano è particolarmente esposto al rischio di sottodiagnosi e sottotrattamento a cui concorrono la complessità clinica, connotata da fragilità e polipatologia (tra cui spesso demenza senile e depressione), e fattori socioculturali. Come Onda riteniamo fondamentale lavorare sul fronte sociale per far comprendere che il dolore cronico è molto diverso dal dolore acuto e che dunque è necessario gestirlo in modo appropriato. Nell’ottica di contribuire alla cultura scientifica in tale ambito, i dati dell’indagine saranno riportati in una pubblicazione di approfondimento dedicata agli operatori del settore che verrà veicolata presso gli ospedali Bollini Rosa e le RSA del nostro network Bollini Rosa Argento».
La quasi totalità dei geriatri si è dichiarano prescrittori di oppiacei, sottolineando l’importanza di avere più possibilità di scelta tra varie soluzioni, come il cerotto transdermico a base di buprenorfina, valutato positivamente dal 78% degli specialisti per maneggevolezza (il 73%), utilità per pazienti con problemi di deglutizione (43%) o con deficit comportamentali (7%), per il rilascio graduato (29%) e per la tollerabilità (16%).
La survey di Siaarti invece «mostra uno spaccato interessante sul dolore cronico moderato, definendolo la sfida attuale sia per il numero di pazienti colpiti, che per la scarsità di indicazioni univoche sul suo trattamento – ha affermato Consalvo Mattia, Professore Associato in Anestesia, Rianimazione e Medicina del Dolore presso il Dipartimento di Scienze e Biotecnologie Medico-Chirurgiche, Università La Sapienza di Roma -. Nel trattamento del dolore cronico nell’anziano dobbiamo raggiungere un perfetto equilibrio tra effetti collaterali minimi e controllo del dolore. Dall’indagine emerge innanzitutto un dato significativo su chi accede agli ambulatori di terapia del dolore italiani. Si tratta di persone intorno ai 60-70 anni e che nel 50 per cento dei casi soffre di dolore cronico. Sono principalmente donne, e per 8 su 10 la causa è rappresentata da lombalgie, artralgie o dolori cervicali. Questo perché, rispetto al passato, le professioni più svolte sono di tipo impiegatizio, e prevedono diverse ore seduti alla scrivania. In passato, quando le professioni più comuni erano di tipo fisico, vedevamo solo la lombalgia come principale causa di dolore cronico. Un altro aspetto fondamentale riguarda le modalità di gestione del paziente, cercando di arrivare a un vero e proprio percorso terapeutico virtuoso. Su questo fronte, la cartella clinica elettronica può rappresentare un importante strumento, in grado di fornire statistiche complete per un miglioramento costante delle terapie».
In rapporto allo stato di attuazione della legge 38/2010, il report presentato al Ministero evidenzia un consumo di oppioidi pari al 1,42% su scala nazionale.
«I Fans vengono spesso assunti autonomamente o su suggerimento del farmacista, alle volte persino su consiglio dell’amico o del vicino di casa, senza consultare lo specialista e talora neanche il medico di famiglia – ha affermato Walter Gianni, Responsabile del Centro di Geriatria e Terapia del dolore della II Clinica Medica del Policlinico Umberto I di Roma – . In realtà, per il dolore cronico moderato sarebbe consigliabile l’utilizzo di oppioidi maggiori a basso dosaggio. Trattamenti come il cerotto transdermico risultano efficaci e portano a una maggiore aderenza terapeutica, altro tema molto importante quando si parla di terapia del dolore». tamoxifene torrino https://www.ramblers.it/newsqwe/?tamoxifene-20-mg.html
«Il sostegno a indagini e survey come queste di Fondazione Onda e SIIARTI nasce dalla volontà di Sandoz di comprendere i bisogni ancora insoddisfatti e contribuire a migliorare l’accesso dei pazienti alle nuove terapie disponibili – il commento di Paolo Fedeli, Medical Director di Sandoz SpA -. Dare la possibilità a tutti di curare una sofferenza quotidiana come quella inflitta da una qualsiasi forma di dolore cronico, infatti, porta importanti ripercussioni non solo fisiche, ma anche e soprattutto psicologiche, restituendo qualità alla vita. Ampliare l’accesso alla salute per Sandoz non è un traguardo astratto ma è l’insieme di azioni concrete che mirano a rispondere ai bisogni di salute. Nell’ambito del trattamento del dolore, esattamente un anno fa, abbiamo reso disponibile il nostro cerotto transdermico a base di buprenorfina a basso dosaggio, che rappresenta una valida scelta di cura, a disposizione del medico, per il trattamento del dolore cronico moderato».