Disturbi cardiaci, alti livelli di calcio coronarico nella mezza età si associano a un rischio più elevato
Secondo uno studio appena pubblicato su Circulation: Cardiovascular Imaging, elevati livelli di calcio coronarico nella mezza età si associano ad anomalie strutturali miocardiche che, specie tra i neri, possono portare a un futuro scompenso di cuore. Il calcio presente nell’arteria coronaria (CAC) esprime l’accumulo di grassi, calcio e colesterolo nelle arterie del cuore ed è un importante fattore di rischio per le patologie cardiache, avendo un potere predittivo positivo e negativo rispettivamente tra il 20% e il 35% e di poco inferiore al 100%. Tant’è che lo screening CAC è stato aggiunto alle linee guida per la gestione del colesterolo dell’American Heart Association nel 2018 per migliorare ulteriormente la diagnosi precoce di cardiopatie. Allo studio, coordinato da Henrique Turin Moreira dell’Hospital das Clínicas de Ribeirão Preto presso l’Università di San Paolo in Brasile, hanno preso parte 2.449 persone (52% bianche, 57% donne), sottoposte a tomografia computerizzata per valutarne la salute vascolare anche tramite i punteggi CAC.
Al 25mo anno di follow-up l’età media dei partecipanti era circa 50 anni, e il 72% di loro aveva un punteggio CAC pari a zero rispetto al 77% un decennio prima. «Abbiamo esaminato una coorte di adulti di mezza età perché questa è una finestra in cui possono essere riscontrate anomalie asintomatiche ma indicative di un rischio maggiore di disturbi cardiaci» spiega Moreira, che assieme ai colleghi ha scoperto che l’aumento dei punteggi CAC era correlato in modo indipendente all’età, al genere, all’etnia, alla pressione sistolica, al colesterolo totale, al diabete mellito, al fumo e all’uso di antipertensivi e ipolipemizzanti. «In termini di malattie cardiache e ictus i neri hanno già un rischio maggiore: il 60% degli uomini adulti e il 57% delle donne adulte hanno una qualche forma di malattia cardiovascolare, rispetto al 50% dei maschi bianchi e al 43% delle donne bianche» riprende l’autore. E conclude: «Dai nostri dati emerge che i punteggi CAC più elevati possono associarsi alla positività subclinica dei marcatori ecocardiografici di disfunzione ventricolare sistolica e diastolica, un aspetto che dovrà certamente essere approfondito da studi successivi».
Circ Cardiovasc Imaging. 2019. doi: 10.1161/CIRCIMAGING.119.009228
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31195818
Fonte Doctor33: https://bit.ly/2KFBCmY