Cuore artificiale senza fili impiantato per la prima volta. Nel team un chirurgo italiano
Un ventricolo artificiale senza cavi né batterie esterne è stato impiantato per la prima volta su pazienti umani: come si può leggere sul Journal of Heart and Lung Transplantation, gli interventi sono stati eseguiti in Kazakistan e tra i componenti dell’équipe internazionale di chirurghi figura Massimo Massetti, direttore dell’Area cardiologica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS e ordinario di Cardiochirurgia all’Università Cattolica di Roma. «Gli interventi – spiega Massetti – sono l’epilogo di una grossa ricerca, condotta da diversi esperti, che da tempo hanno iniziato a studiare dispositivi di assistenza meccanica del cuore, ossia cuori artificiali parziali, in grado di funzionare senza essere alimentati dall’esterno da una batteria: è un passo molto importante nel progresso della medicina cardiovascolare».
I sistemi di assistenza al cuore – i ventricoli artificiali – si impiantano già da tempo, ma finora erano connessi a batterie esterne attraverso un cavo: l’innovazione è data dalla tecnologia che permette la trasmissione dell’energia all’interno del torace dove c’è una batteria interna. «La tecnica chirurgica – continua Massetti – prevede l’impianto all’interno del torace, oltre alla pompa idraulica che costituisce il ventricolo artificiale, di una serie di dispositivi: una bobina elettromagnetica che permette la trasformazione dell’energia elettromagnetica in energia elettrica e una batteria interna ricaricabile».
I miglioramenti sono essenzialmente di due tipi: il primo, più evidente, riguarda la qualità della vita dei pazienti, che saranno liberi da questa “borsetta” contenente le batterie e che rappresentava un grosso limite, anche dal punto di vista psicologico. Ma, come sottolinea Massetti, c’è anche un aspetto clinico rilevante: «senza i cavi che attraversavano l’addome, confidiamo di ridurre drasticamente il rischio di infezioni gravi, che a due anni dall’impianto colpiscono oggi dal 20% al 30% dei pazienti». Le indicazioni sono per due tipologie di pazienti: «potranno essere impianti ponte nei soggetti giovani che devono essere trapiantati ma che hanno una lunga lista di attesa, ma potranno essere applicati anche ai numerosi pazienti più anziani, tipicamente dai 65 ai 75 anni, che non hanno più accesso al trapianto e che potranno utilizzare questi dispositivi per tutta la vita». Per ora, si continueranno ad applicare ventricoli artificiali senza fili all’interno dello studio clinico in corso in Kazakistan, ma non appena si otterranno le necessarie certificazioni sanitarie, verranno impianti anche in Europa e in Italia.
Fonte Doctor33: https://bit.ly/2GVRYVZ