Come convincere i figli a mangiar sano? Mai nominare i broccoli
Insistere su quanto fanno bene certi cibi non tanto graditi induce ad associare
l’idea di «salutare» a quella di «cattivo»
Le preferenze alimentari sono uno dei fattori che più influenzano le nostre scelte a tavola, e una volta formate non è facile cambiarle. È importante quindi individuare strategie che possono aiutare a plasmare tali preferenze nei bambini. È l’obiettivo che si sono posti alcuni ricercatori dell’Università di Copenaghen in una recente revisione pubblicata su Appetite.
Sempre bene cucinare insieme
Dopo aver preso in rassegna 120 studi sperimentali condotti su bambini e ragazzi, i ricercatori hanno osservato che le strategie che prevedono il coinvolgimento attivo dei bambini, come quelle in cui si cucina o si coltiva l’orto, hanno maggiore probabilità di essere efficaci. Tali attività permettono ai piccoli di acquisire familiarità con molti cibi, di apprendere abilità utili e di raggiungere una “consapevolezza alimentare” che non viene stimolata con altri tipi di approccio in cui hanno invece un ruolo passivo, come accade quando vengono forzati a mangiare certi cibi o, viceversa, quando viene loro proibito di consumarne altri, favorendo la repulsione verso i primi e una sempre maggiore attrazione per i secondi. «Un controllo del consumo di cibo “dall’esterno” — afferma Margherita Guidetti, ricercatrice in Psicologia Sociale dell’Università di Modena e Reggio Emilia — può inoltre ridurre la sensibilità agli stimoli di fame e sazietà e sviluppare l’abitudine a mangiare in risposta a stimoli ambientali o emotivi».
«Pericolose» associazioni
Come riporta Appetite, anche le lezioni di educazione alimentare non sono efficaci se non sono accompagnate da interventi pratici. «Ripetere che i broccoli fanno bene a una bambina che li rifiuta — chiarisce Guidetti — non fa che rafforzare l’associazione, condivisa da molti adulti, tra cibi sani ma poco buoni da un lato e cibi malsani ma buoni dall’altro». «A bambini e adolescenti non interessano le proprietà nutrizionali degli alimenti, ma la loro “piacevolezza” , che dipende in gran parte dall’abitudine: ci piace quello che mangiamo spesso— prosegue l’esperta—. Ed è su questo aspetto che genitori, e scuola possono intervenire, visto che sono gli adulti a selezionare i cibi. Ma all’interno di questo repertorio, è utile che i ragazzi abbiano un margine di manovra, scegliendo, per esempio, quali frutti mangiare fra quelli proposti o il piatto da cucinare con papà fra due possibilità».
Fonte Il Corriere della Sera: http://www.corriere.it/salute/pediatria/17_maggio_12/come-convincere-figli-mangiar-sano-mai-nominare-broccoli-b8f27690-36ec-11e7-91e3-ae024e503e5d.shtml