Alimentazione e bellezza, attenzione ai falsi miracoli!
Parla Paola Bassani, medico chirurgo specializzato in Scienze dell’Alimentazione e Medicina Estetica
Parla Paola Bassani, medico chirurgo specializzato in Scienze dell’Alimentazione e Medicina Estetica
L’impiego di adeguati trattamenti estetici è in grado di migliorare notevolmente la qualità della vita (QoL) dei pazienti in terapia oncologica, in particolare delle donne in trattamento per carcinoma mammario, attraverso una riduzione dei sintomi dolorosi e ansiogeni legati a lievi reazioni cutanee avverse correlate alla stessa terapia oncologica. Il dimezzamento dello stress così ottenuto, inoltre, determina positive ricadute sull’esito delle cure, favorendo l’adesione al trattamento e l’efficacia delle diverse terapie. È quanto dimostra uno studio clinico pilota condotto presso lo ‘Spazio benessere’ dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Milano, applicando i protocolli dell’Associazione professionale di estetica oncologica (Apeo). Lo studio, che ha coinvolto 170 pazienti, ha valutato in particolare quanto l’uso appropriato di specifici prodotti cosmetici fosse efficace nel migliorare la QoL delle donne durante e dopo il trattamento oncologico. Due i parametri considerati: la riduzione sia dei sintomi cutanei percepiti sia degli stati d’animo negativi (distress), misurati con questionari validati: rispettivamente loSkindex-16 e il Termometro del distress. I dati analizzati riguardano donne affette da cancro al seno che, sottoposte a differenti terapie oncologiche, avevano sviluppato reazioni cutanee avverse di grado I e per tale motivo erano state indirizzate allo Spazio benessere Ieo tra l’aprile 2016 e l’agosto 2017.
La popolazione in studio è stata suddivisa in due gruppi: 100 soggetti – che hanno costituito il gruppo sperimentale (Gs) – hanno ricevuto il trattamento secondo i protocolli specifici effettuati da estetiste Apeo e hanno usato quotidianamente prodotti cosmetici specifici. Le altre 70 donne in terapia sono state incluse nel gruppo controllo (Gc) che non ha ricevuto alcun trattamento estetico e ha impiegato quotidianamente prodotti cosmetici di uso comune. I questionari sono stati somministrati tre volte: al momento dell’arruolamento e ai follow-up di una e quattro settimane. Dopo 28 giorni, l’applicazione dei protocolli effettuati da estetiste Apeo hada un latomigliorato del 60% i sintomi cutanei percepiti, dall’altro ha ridotto del 53% il distress, con un cambiamento positivo del benessere psicofisico delle persone (SrQoL,Skin-related quality of life). I medesimi sintomi, al contrario, sono peggiorati nel Gc. Questi risultati, secondo gli autori, dimostrano che l’estetica oncologica può avere un ruolo di rilievo ai fini del successo del trattamento delle neoplasie: la tossicità cutanea (che può causare secchezza, prurito, bruciore) influisce infatti negativamente sulla SrQoL, facendo crescere anche il disagio emotivo che a sua volta aumenta il rischio di interruzione della terapia oncologica.
«Mi aspettavo assolutamente questo risultato perché lo studio conferma l’esperienza di tre anni di lavoro su persone in terapia oncologica» dichiara Carolina Ambra Redaelli, coautrice dello studio e presidente Apeo. «Il risultato più importante è la riduzione dello stress e del senso di frustrazione che va di pari passo con il miglioramento dei problemi cutanei». Un risultato eclatante si è visto con l’uso del detergente, sottolinea Redaelli. «Potersi lavare il viso senza sentire bruciori, pizzicori e pruriti costanti è stato assolutamente importante per queste donne» specifica. Circa la selezione di pazienti con reazioni cutanee avverse solo di grado I, il presidente Apeo spiega che «l’obiettivo dello studio era togliere il sintomo, cioè ridurre il grado I, che si caratterizza per secchezza senza lesione e non è di competenza medica. Lo studio dimostra quindi che l’adesione del paziente al trattamento estetico appropriato, prevenendo le lesioni e mantenendo il buono stato dei tessuti, prima e dopo e durante il trattamento, migliora la qualità della vita ed evita che le lesioni peggiorino e diventino di competenza infermieristica o medica».
I protocolli Apeo sono direttive standardizzate di trattamento da applicare in base alle lesioni cutanee e sono stati messi a punto dalla stretta collaborazione di oncologi, psiconcologi, chirurghi plastici, fisioterapisti e docenti specializzati in cosmetologia. Le estetiste Apeo sono figure specializzate in grado di valutare le tossicità cutanee di chemioterapia e radioterapia e di applicare protocolli estetici mirati. Le estetiste diplomate possono apprendere questi protocolli grazie a un corso della durata di 120 ore della Regione Lombardia. La formazione è fondamentale – dichiara Redaelli – perché acquisendo la competenza sulla tossicità delle varie terapie oncologiche e la capacità di capire se la problematica è di competenza medico-infermieristica o se può essere trattata direttamente per migliorare il sintomo, l’estetista Apeo può dare al medico disponibile un aiuto nella gestione di piccoli problemi quotidiani della paziente.
Qual Life Res, 2019;28(6):1543-53. doi: 10.1007/s11136-019-02133-9.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/30788654
Fonte docotr33: https://bit.ly/2YF3ICc
Districarsi nella jungla della chirurgia estetica. Scegliere il medico che sia davvero in grado di fare un intervento o un trattamento in maniera competente e corretta. O la clinica giusta dove sottoporsi a un intervento. Sembra banale, ma non lo è affatto visti i recenti casi di donne che hanno addirittura perso la vita per infezioni, medici incompetenti, ambienti non idonei. L’ultimo caso a Milano risale ad aprile: una donna romena di 36 anni è deceduta, nove mesi dopo essersi sottoposta a liposuzione, per via di un’infezione. Questo, inutile dirlo, l’episodio limite, ma sono svariati i casi di donne che hanno subito danni più o meno gravi, dalla dialisi al coma. Finalmente la Regione Lombardia, con il DGr 1046 del 17 dicembre 2018, ha iniziato a normare il settore vietando le operazioni di chirurgia estetica negli ambulatori.
Da un lato ci sono le case di cura con le stesse caratteristiche di un ospedale e la possibilità di effettuare qualunque intervento e ricovero. Poi ci sono le day surgery, con sale operatorie simili a quelle di ospedali e case di cura, ma per ricoveri di massimo 24 ore. Dall’altro gli ambulatori chirurgici, con dotazioni mediche minimali. La legge finora normava solo di tipi di anestesia che si possono effettuare in questi luoghi, ma non gli interventi che si possono eseguire nelle varie strutture. Tradotto: allettati dal risparmio e dalla mancanza di informazioni adeguate, molti pazienti finiscono per sottoporsi a interventi importanti in ambulatori che non potrebbero ospitarli. Qui, per esempio, non si possono somministrare anestesie totali: i medici aggirano la legge ricorrendo ad anestetici locali in super dosaggi. Che, però, potrebbero comportare pericoli maggiori.
Ora in Lombardia non si potrà più fare. Criptico il testo del decreto, ma fondamentale per proteggere i pazienti, «il punto è – spiega il dottor Paolo Santanchè, antesignano della chirurgia estetica moderna – che per la chirurgia estetica, plastica e ricostruttiva non esiste in Italia l’obbligo della specializzazione. Basti pensare che gli iscritti all’Aicpe, l’Associazione italiana di chirurgia plastica estetica sono 300 in tutta Italia, mentre la Sicpre, la Società italiana di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica ne conta 900. Il problema, a livello nazionale, è che le uniche specializzazioni richieste ai medici sono quelle di anestesista e radioterapista, mentre le altre branche possono essere esercitate con la semplice laurea in Medicina. E quindi in questi anni hanno proliferato i master». Risultato? Il settore pullula di «millantatori – spiega Santanchè – e dottori senza scrupoli che operano in ambienti non adatti o senza averne le competenze». L’Ordine dei medici non vigila? «No – replica secco il chirurgo che è anche consulente tecnico del giudice del Tribunale civile e perito del giudice del Tribunale penale – Ignora assolutamente il problema. E lo dico per esperienza diretta. Ho denunciato personalmente il caso di un medico che abusava del titolo di specialista, ma contro di lui non è stato preso alcun provvedimento. Tanto meno è stato sospeso, come prevede la legge».
Ecco quindi che i pazienti, se non stanno attenti, rischiano di mettersi in cattive mani. Non solo, la concorrenza è spietata perché i chirurghi estetici vogliono accontentarli a tutti i costi, senza curarsi delle conseguenze anche psicologiche delle loro richieste. E nella maggioranza dei casi «si è persa completamente la deontologia».
Fonte Il Giornale: https://bit.ly/2BBhQ6a
“Purtroppo di tumori localmente avanzati ce ne capita più di uno al mese. Questo ci deve far riflettere e interrogare su cosa non vada nelle nostre campagne di promozione della prevenzione e della diagnosi precoce.
Le macchie della pelle sono un brutto inestetismo dovuto a delle modificazioni circoscritte del colore della pelle; hanno forma e dimensioni variabili e possono essere transitorie o permanenti. Le macchie della pelle inoltre possono essere più chiare o più scure rispetto al colore della cute circostante, o addirittura essere completamente prive di melanina. Le cause della loro comparsa sono molteplici come per esempio invecchiamento cutaneo, esposizione solare…. ma anche antibiotici, fenotiazine, barbiturici, metalli pesanti (mercurio) e sulfamidici hanno la capacità di stimolare la melanina in eccesso quindi di provovare la comparsa delle macchie. (altro…)