Cancro ovarico, terapie più efficaci e personalizzate con la bioinformatica
Classificare meglio una malattia oncologica e curarla con terapie più appropriate è oggi possibile grazie alla bioinformatica, e più precisamente al Next Generation Sequencing (NGS), una tecnologia che permette in poche ore e con costi ridotti di sequenziare il DNA delle cellule tumorali come per esempio nel carcinoma ovarico, che colpisce ogni anno più di 5.300 donne nel nostro Paese con oltre 3.200 decessi e che oggi può essere trattato con gli inibitori PARP, farmaci efficaci che agiscono però solo in alcuni casi. Individuabili, appunto, con la bioinformatica. Delle innovazioni tecnologiche in oncologia si è parlato al convegno nazionale NGS to NGO: Next Generation Sequencing to Next Generation Oncologists supportato da Tesaro Bio Italy e svoltosi all’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri.
«Con NGS, una pratica clinica consolidata in quasi tutti i più importanti centri oncologici italiani che rientra nel processo di personalizzazione delle cure anticancro, possiamo identificare quali sono i talloni d’Achille del cancro per poterlo così colpire con trattamenti mirati» afferma Maurizio D’Incalci, direttore del Dipartimento di Oncologia del Mario Negri e responsabile scientifico del convegno di Milano. «Un’altra applicazione del NGS riguarda i tumori del polmone che colpiscono i non fumatori. Si tratta del 15% del totale dei casi, circa 6.300 nuove diagnosi l’anno, che presenta mutazioni o alterazioni genetiche che possono essere trattate con successo con farmaci a bersaglio molecolare» sottolinea Marina Chiara Garassino, responsabile della Struttura semplice di Oncologia medica toraco-polmonare all’INT di Milano. Ma quelle di ovaio e polmone non sono le sole neoplasie da trattare con l’NGS: al convegno si è parlato anche di carcinomi intestinali e ginecologici.
«I tumori del colon-retto (CRC) sono un ottimo esempio delle potenzialità offerte dalla biopsia liquida, in quanto rilasciano in circolo frammenti di DNA. Utilizzando quindi tecnologie avanzate come la NGS possiamo monitorare i pazienti durante il trattamento, come nel trial clinico CHRONOS in cui dosando i livelli di mutazioni del gene KRAS nel sangue dei pazienti con CRC metastatico è possibile impostare la successiva terapia» aggiunge Alberto Bardelli del Dipartimento di oncologia dell’Università di Torino e dell’IRCCS di Candiolo. «I difetti al meccanismo riparativo del DNA rendono certi tumori ginecologici particolarmente sensibili ad alcuni farmaci immunoterapici. È il caso del carcinoma dell’endometrio, frequente sotto i 70 anni e con una sopravvivenza a cinque anni del 77%» conclude Nicoletta Colombo, direttore dell’Oncologia ginecologica medica dell’IEO di Milano. rodnad
Fonte Doctor33