Bimbi meno sani se nascono durante una recessione economica
L’Islanda nel 2008 fu travolta da una delle più disastrose crisi economiche che la storia ricordi. A farne le spese sono stati i bambini
Un più basso peso alla nascita e maggiori probabilità di avere malattie neonatali.
È questo che succede ai bambini dei Paesi ricchi quando si ritrovano a nascere nel momento sbagliato, quando l’economia ha ammainato le vele e si avvita su sé stessa.
Lo mostra uno studio presentato nel corso del meeting annuale della European Economic Association che ha studiato un caso esemplare, quello dell’Islanda, che dal 2008 al 2011 ha attraversato una delle più disastrose crisi economiche che la storia ricordi: le tre più grandi banche in bancarotta e nazionalizzate (da sole avevano debiti pari a 6 volte il PIL del piccolo paese); restrizioni sulle importazioni estere; disoccupazione triplicata; tagli agli stipendi.
Quello che successe ai bambini in quei tre anni terribili per l’isola nordica lo mostra la ricerca condotta da Arna Vardardottir, docente alla Copenhagen Business School (lo studio è scaricabile liberamente sul sito dell’autrice). Dopo aver studiato i registri di natalità nazionale islandese, Vardardottir ha scoperto che i bambini “esposti” alla crisi finanziaria (in particolare al suo brusco inizio) avevano un rischio del 3,5 per cento più alto di nascere sotto i 2,5kg e dell’1,1 per cento in più di avere un peso al di sotto degli 1,5 kg. Avevano poi un rischio del 6,5 per cento in più di presentare patologie neonatali.
Per Vardardottir, i risultati mostrato che lo stress finanziario hanno avuto un impatto simile a quelle dei due problemi comportamentali più ampiamente citati durante la gravidanza: fumare e bere. «I miei risultati mostrano che un improvviso deterioramento delle condizioni economiche ha un impatto negativo sui risultati di nascita e che i bambini nelle prime fasi di gestazione sono più vulnerabili a questi shock», ha detto.