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Oculistica

Studio diagnostico Pantheon > Mednews > Oculistica
Set28
00

Occhio secco, linee guida per un approccio mirato ed efficace

By Redazionebis - Medicina,News,Oculistica
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Da alcuni mesi sono disponibili le prime raccomandazioni condivise a livello nazionale per un corretto approccio diagnostico e terapeutico al paziente con occhio secco, una condizione molto frequente e troppo spesso sottovalutata dai pazienti e dagli stessi medici. Si stima infatti che soffra di questo disturbo fra il 20 e il 30% della popolazione oltre i 50 anni, con un’incidenza quasi doppia nel sesso femminile.
“La malattia dell’occhio secco può essere difficile da diagnosticare perché i sintomi variano e spesso si sovrappongono con altri disturbi oculari. Per questa ragione, anche lo specialista può essere portato a sottostimarne la severità e, se non tempestivamente individuata e correttamente trattata, la patologia può avere ripercussioni significative sulla vita delle persone” spiega il Professor Pasquale Aragona Direttore della Clinica Oculistica e del Centro di Riferimento Regionale per le malattie della superficie oculare del Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Messina. “Stiamo parlando di una patologia cronica per la quale ancora non esiste una cura definitiva e, di conseguenza, la diagnosi precoce e una gestione appropriata del paziente sono importanti per diminuire il discomfort e migliorare la qualità della vista e della vita di chi ne è affetto.” Ma qual è la situazione nel nostro Paese? Una fotografia della realtà italiana viene da un’indagine condotta lo scorso anno da Edra e da cui è emerso che il 65% della popolazione intervistata aveva sofferto di disturbi oculari nel corso dei 12 mesi precedenti. Più in particolare, i sintomi riferiti con maggior frequenza includevano occhi secchi e arrossati, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, bruciore, annebbiamento visivo, fastidio a sopportare la luce e prurito. Benché tutti questi sintomi siano riconducibili alla sindrome dell’occhio secco, il 50% delle persone intervistate non è stato in grado di identificare correttamente questa patologia. Da qui l’esigenza di migliorare le conoscenze su questo disturbo e di definire un percorso condiviso per un corretto approccio al paziente che ne è affetto. È con questo obiettivo che alcuni fra più autorevoli oftalmologi italiani impegnati nel settore si sono confrontati per delineare il profilo della sindrome dell’occhio secco nel nostro Paese in termini di prevalenza, diagnosi e trattamento. Questo lavoro, realizzato grazie al sostegno di Novartis, ha consentito di tracciare le linee per un approccio integrato, mirato ed efficace nella gestione e nella cura della patologia.
Fonte Doctor33: https://bit.ly/2xWWZHQ
Apr18
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La Prevenzione Oculistica: intervista al Dott. Bruno Barbati

By Redazione - Oculistica,Prevenzione

Il Dott. Bruno Barbati, specializzato in oftalmologia, ci parla della Prevenzione Oculistica per quanto riguarda lo sviluppo della visione e le varie malattie che sono ad essa correlate, dall’occhio pigro al glaucoma. Durante l’intervista, il Dott. Bruno Barbati spiega il glaucoma e le differenze di questa malattia dai più piccoli, agli adulti.

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Mar20
00

Vista a rischio per un milione di italiani colpiti da glaucoma.

By Redazione - Oculistica

Oeil arc-en-ciel

Cinquecentomila italiani lo sanno e si curano. Altrettanti, però, non sanno di averlo e rischiano di perdere la vista senza quasi accorgersene. E proprio a causa sua 5 mila italiani ogni anno non vedono più. Il responsabile, subdolo, è il glaucoma, una malattia cronica degenerativa che danneggia progressivamente il nervo ottico senza farlo sapere a chi ne è colpito. Generalmente è dovuto a un aumento della pressione all’interno dell’occhio. Nel mondo ne soffrono, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, 55 milioni di persone ed è la seconda causa di cecità irreversibile.

«Quando la scopri – dice Stefano Miglior, presidente dell’Associazione italiana per lo studio del glaucoma (Aisg), in occasione del congresso internazionale che l’Aisg ha promosso a Roma dal 16 al 18 marzo scorsi -spesso è già tardi. Non a caso viene definita “ladro silenzioso della vista”». Se non appropriatamente gestita può solo peggiorare, “uccidendo” silenziosamente le cellule del nervo ottico, che collegano l’occhio al cervello. «Così facendo – precisa Miglior – determina una progressiva perdita del campo visivo fino a una perdita anche della visione centrale o acuità visiva».

Diversi studi hanno dimostrato che la riduzione della pressione oculare è in grado di rallentare significativamente la progressione della malattia, ma non sempre riesce a fermarla: «Le più recenti ricerche – conferma Luciano Quaranta, direttore del Centro per lo studio del glaucoma all’Università di Brescia – hanno evidenziato che non sempre la sola riduzione della pressione oculare è di per se’ sufficiente nel rallentare l’evoluzione della malattia. Sulla base di queste osservazioni si tende oggi a considerare la malattia come una forma di neurodegenerazione primaria delle cellule ganglionari retiniche».

Nuove ricerche stanno così puntando ad altri approcci terapeutici che agiscano proprio sulla cellula ganglionare della retina, i cui assoni formano il nervo ottico. «L’obiettivo – spiega Quaranta – è di prevenire o ridurre la degenerazione del nervo ottico e di conseguenza il difetto del campo visivo». Un ampio numero di pazienti, variabile dal 20 al 70% secondo le varie casistiche, soffre poi di una forma di glaucoma nella quale la pressione oculare è all’interno di valori normali. «Ecco perché sostiene Quaranta – dobbiamo iniziare a pensare al glaucoma come a una malattia neurodegenerativa che ha l’occhio come bersaglio».

Proprio al congresso Aisg di Roma è stato annunciato l’avvio del primo studio italiano indipendente sulla neuroprotezione nel glaucoma che sarà coordinato da Quaranta. Lo studio durerà tre anni e coinvolgerà 612 pazienti e i 14 centri per il trattamento del glaucoma in tutta Italia. L’obiettivo è di verificare se effettivamente l’aggiunta del coenzima Q10 alla terapia ipotonizzante sia in grado di rallentare la progressione del danno anatomico e funzionale indotto dal glaucoma. Il coenzima Q10, noto anche come ubiquinone, è una sostanza simile a una vitamina, presente in molte cellule eucariotiche soprattutto a livello mitocondriale; già ampiamente studiato in varie forme di neurodegenerazione come la malattia di Parkinson, l’Alzheimer, la corea di Huntington e nella Sla, è considerato la più promettente sostanze ad azione antiossidante e bioenergetica per il trattamento del glaucoma. «I soggetti con malattia in fase iniziale o moderata sono spesso asintomatici e sviluppano disturbi della visione negli stadi più avanzati della malattia. Per questo . Conclude Quaranta – è necessario studiare strategie che possano funzionare in sinergia con i farmaci ipotonizzanti per rallentare la progressione della malattia verso le forme più gravi di disabilità visiva fino alla cecità».

Fonte HealthDesk: http://www.healthdesk.it/ricerca/vista-rischio-milione-italiani-colpiti-glaucoma

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